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Falsi concorsi pubblici e reti clientelari nei piccoli comuni

26/07/2025 11:02

Redazione

Pubblica Amministrazione,

Falsi concorsi pubblici e reti clientelari nei piccoli comuni

Nei piccoli comuni italiani, dove la rete sociale è fitta e i rapporti personali si intrecciano con quelli istituzionali, si annida un fenomeno tanto

Nei piccoli comuni italiani, dove la rete sociale è fitta e i rapporti personali si intrecciano con quelli istituzionali, si annida un fenomeno tanto diffuso quanto ignorato: la manipolazione dei concorsi pubblici a favore di clientele politiche e familiari. Le dinamiche sono spesso invisibili agli occhi dei media nazionali e delle autorità di controllo, ma rappresentano una delle forme più gravi di distorsione della democrazia e del principio meritocratico.

I concorsi, formalmente pubblici e trasparenti, vengono in realtà costruiti su misura per garantire la vittoria di candidati già predeterminati. Le tracce scritte possono essere comunicate in anticipo, le commissioni composte da soggetti compiacenti o legati ai candidati da rapporti diretti. Anche quando le prove non sono palesemente truccate, il margine di discrezionalità nelle valutazioni orali o nei titoli consente di orientare facilmente il risultato finale.

Queste pratiche sono il frutto di vere e proprie reti clientelari che operano da anni sul territorio. Sindaci, assessori, dirigenti e consiglieri comunali partecipano, direttamente o indirettamente, a un sistema di “segnalazioni” in cui la pubblica amministrazione diventa strumento di ricompensa elettorale. In alcuni casi, i bandi vengono pubblicati con requisiti talmente specifici da escludere qualunque candidato che non sia quello “designato”.

Le vittime di questo sistema non sono solo i candidati onesti, spesso giovani e qualificati costretti ad abbandonare il territorio, ma anche l’intera comunità, che si ritrova amministrata da personale scelto non per competenza ma per appartenenza. Il danno si misura non solo in termini morali, ma anche economici e di qualità dei servizi pubblici.

La stampa locale, troppo spesso vicina ai poteri politici o timorosa di ritorsioni, fatica a raccontare queste dinamiche. I media nazionali, dal canto loro, tendono a concentrarsi solo su grandi scandali o indagini della magistratura, lasciando nell’ombra centinaia di episodi minori che, se considerati nella loro complessità, rappresentano un’emergenza strutturale.

In assenza di controlli efficaci e di strumenti di denuncia sicuri, il sistema continua a prosperare, alimentando sfiducia, emigrazione giovanile e disillusione nei confronti delle istituzioni. È un’Italia che resta invisibile, ma che pesa sulle spalle di chi continua a credere che il merito debba contare più delle conoscenze.