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Migrazioni invisibili: la diaspora Sud-Sud che l’Occidente ignora

15/10/2025 19:21

Redazione

Cronaca Estera,

Migrazioni invisibili: la diaspora Sud-Sud che l’Occidente ignora

Nel racconto dominante delle migrazioni mondiali, i media privilegiano quelle verso l’Occidente e ignora quelle tra Paesi del Sud globale.

Nel racconto dominante delle migrazioni mondiali, i media privilegiano quelle verso l’Occidente e ignora quelle tra Paesi del Sud globale.

È un’immagine parziale, che ignora la realtà di milioni di persone che ogni anno si spostano da un Paese all’altro del Sud del mondo. Sono lavoratori, famiglie, contadini, giovani in cerca di un reddito minimo: una diaspora silenziosa che attraversa continenti, lontana dai radar dei media occidentali.

Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), oltre il 40% dei movimenti globali avviene tra Paesi in via di sviluppo. In Africa occidentale, ad esempio, migliaia di uomini e donne lasciano Burkina Faso, Mali e Niger per raggiungere Costa d’Avorio e Ghana, dove lavorano stagionalmente nelle piantagioni di cacao. Nel Sud-est asiatico, migranti cambogiani e laotiani attraversano i confini per raggiungere la Thailandia, attratti da salari più alti nei settori dell’edilizia e della pesca. In America Latina, la crisi venezuelana ha spinto milioni di persone verso Colombia, Ecuador e Perù, creando comunità transfrontaliere che sopravvivono grazie alla solidarietà locale.

Dietro questi spostamenti ci sono cause strutturali profonde: instabilità politica, desertificazione, disuguaglianze economiche e frontiere permeabili. In molti casi non si tratta di migrazioni pianificate ma di movimenti di sopravvivenza. Le crisi ambientali, in particolare, spingono intere famiglie a lasciare terre non più coltivabili. In altre regioni, i conflitti interni costringono le persone a rifugiarsi in Paesi vicini, dove la vita è solo leggermente più sicura.

Queste migrazioni generano effetti sociali ed economici spesso invisibili. Le rimesse inviate da chi lavora nei Paesi confinanti sostengono economie rurali fragili e permettono la sopravvivenza di intere comunità. Le donne rappresentano una quota crescente dei migranti, ma subiscono una doppia discriminazione: sono straniere e, allo stesso tempo, appartenenti a minoranze di genere e classe. Nei Paesi di destinazione mancano programmi di integrazione, e molti lavoratori restano irregolari per anni, invisibili alle statistiche ufficiali.

Nonostante la loro rilevanza, queste rotte restano escluse dal dibattito mediatico. I telegiornali e i grandi quotidiani occidentali preferiscono concentrarsi sui barconi del Mediterraneo o sulle carovane dirette al confine tra Messico e Stati Uniti. Le migrazioni Sud-Sud non alimentano paure né tensioni politiche, quindi non fanno notizia. Questa assenza però deforma la percezione globale del fenomeno, riducendo la complessità della mobilità umana a pochi casi mediatici.

Raccontare queste storie significa restituire voce a milioni di persone che vivono la migrazione come una necessità, non come una scelta. Le rotte invisibili del Sud del mondo sono oggi il cuore pulsante della mobilità globale. Comprenderle è un passo essenziale per costruire un’informazione più completa, capace di superare l’immagine stereotipata del migrante “che arriva da lontano” e riconoscere la realtà quotidiana di chi si muove, spesso, solo di qualche centinaio di chilometri per cercare un futuro possibile.

 

Fonti

- International Organization for Migration (IOM), World Migration Report 2024

- UNHCR, Global Trends in Forced Displacement (2024)

- Migration Policy Institute, South-South Migration Dynamics

- The Conversation, The Overlooked Migration Between Developing Nations